domenica 5 ottobre 2008

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Arte: Riflessioni

Unico e inaspettato. Un tocco di gotico in una cittadella medievale. Un tocco d'oro, di rosso e di blu contro uno sfondo tufaceo. Curve avvolgenti e sinuose contro semplici linee.Conoscerne la storia me lo fa percepire animato. Il segreto del suo successo, secondo gli esperti, è riconducibile all'effetto superficie della facciata, che sostituisce il più sfruttato effetto volume; la precisa scansione dello spazio, a sviluppo ora orizzontale, ora verticale.Io lo ritengo uno dei monumenti più belli del nostro splendido "bel paese"! Un capolavoro che cattura a tutte le distanze. Rigorosamente da ammirare e dal vivo, nessuna foto può rendergli giustizia.

Arte: Duomo di Orvieto

I monumenti frutto del genio di chi li ha creati, come alcune città d'arte, insieme di monumenti, mi fanno pensare sempre a belle donne.Il Duomo di Orvieto lo sento una donna sfacciatamente bella, altera, ironica, consapevole della sua bellezza e noncurante del suo fascino, sta lì... imponente, maestosa, a dominare la grande piazza. Si staglia verso il cielo con la sua maestosità che la distingue da tutto ciò che la circonda e sembra dire: "Guardatemi, voi, "piccoli" umani!". Come se le sue dimensioni fossero proporzionali alla sua grandiosità.La sua facciata racconta tanto degli istinti atavici degli esseri umani . Testimonia la genialità dell'uomo, la sua tendenza a volersi distinguere, a voler lasciare un segno indelebile con il suo passaggio su questa Terra, a voler essere grandioso, più grandioso degli altri.Ho scoperto con piacere che la mia "passione" per questa costruzione non è cambiata negli anni: la prima volta che l'ho visitata avevo 13 anni, ero reduce dalla visita a Firenze e Siena e, fra tutto ciò che avevo visto, avevo preferito il Duomo di Orvieto. Dopo 21 anni, un mesetto fa, son tornata ad Orvieto... e sono rimasta nuovamente incantata, costatando come, anche se immersi in una società che corre, dove tutto è veloce e si consuma rapidamente, e si è, quasi, abituati a veder cambiare anche i sentimenti, ci sono cose di noi stessi che il tempo non cambia... per fortuna! Gli occhi della bambina, che per la prima volta vedeva qualcosa di così grandioso, pur essendosi posati, negli anni, su tante meraviglie, si sono nuovamente incantati davanti a questa costruzione, alla sua facciata in particolare. "Perchè? Cos'ha di speciale questa cattedrale?" mi sono chiesta.C'è il centro storico di Orvieto che la esalta, costituendo uno sfondo discreto: nessun'altra chiesa, palazzo, monumento della città esibisce tanto sfarzo, anzi: c'è semplicità negli altri edifici, per lo più antecedenti e, pertanto, più semplici e il duomo, così, risulta quasi inaspettato. Anche le zone limitrofe sono prive di monumenti così maestosi.C'è una piazza sufficientemente spaziosa davanti al duomo: consente di osservarlo ad una distanza ragionevole, concede all'occhio una buona prospettiva, anche se è sempre necessario alzare la testa per afferrarlo interamente con un unico sguardo! Il duomo è unico e inaspettato: questo mi rispondo. E proprio questo mi incuriosisce: chi lo ha voluto così? Quanto lavoro è stato necessario?Io lo vedo come un concerto al pianoforte a quattro mani: è evidente, mi riferisco alla netta differenza di stile che c'è fra la facciata e il resto dell'esterno. Frutto di rimaneggiamenti? Possibile che il progetto originario fosse questo?Chi lo ha voluto?Per molto tempo si è creduto che la nuova cattedrale fosse stata realizzata in seguito al miracolo avvenuto a Bolsena nel 1263 che comportò, l'anno seguente, l'istituzione del Corpus Domini da parte di Papa Urbano IV. A Bolsena, infatti, durante la consacrazione, dall'ostia uscirono delle gocce di sangue, bagnando il sottostante corporale. Il panno, divenuto reliquia, fu da allora conservato ad Orvieto: nel 1263 il duomo non esisteva, al suo posto sorgeva la chiesa di S. Maria Prisca e fu essa a custodire inizialmente il Corporale. La tradizione voleva che la popolazione ritenesse quella chiesa troppo modesta per custorire la testimonianza dell'esistenza di Dio e che, pertanto, fu decisa l'edificazione di una nuova, che fosse più maestosa di tutte le altre. Il legame tra il Duomo di Orvieto, che da sempre ha custodito la reliquia, e il Miracolo di Bolsena fu smentito in modo definitivo solo nel 1990 da Papa Giovanni Paolo II.Certo è che la costruzione iniziò nel 1290 per iniziativa del Vescovo Francesco Monaldeschi, sotto il pontificato di Papa Nicola IV. Era quello un momento florido per il comune di Orvieto, ma fondamentale era il ruolo di promulgatore dei nuovi stili artistici svolto dal clero.E come mai tanto diverso dal resto?Nei primi anni l'intera gestione dell'edificazione della nuova cattedrale fu curata dal Vescovo, che scelse personalmente le maestranze e il "direttore artistico", frate Bevignate, nonché il modello architettonico da seguire. Il suo operato, però, era strettamente legato alla Corte Pontificia che, oltre a fornire i finanziamenti, reperì anche maestranze non locali, contribuendo, così, alla realizzazione di un'opera diversa dalle altre vicine. Sotto l'escusiva guida clericale furono realizzate le tre navate della chiesa, le cappelle laterali, il transetto: non la copertura, parte della facciata principale.Possibile che il progetto originario fosse questo?No, non lo era.Dopo qualche anno, nella gestione dell'opera intervenne il comune, che si affiancò al Vescovo dal 1295. Questo perchè il rafforzarsi della sfera politico - amministrativa di Orvieto fece insorgere il desiderio di avere, nel proprio territorio, un monumento "simbolo", che ne testimoniasse il potere e favorisse l'attaccamento al comune dei cittadini. E cosa meglio della costruenda cattedrale? Gli anni che seguirono videro l'arrestarsi dei lavori a causa di una minore attenzione rivolta all'edificazione del "simbolo" della città, in concomitanza con il periodo di cambiamenti dello Stato Pontificio che vide il Papa trasferirsi ad Avignone. Quando il cantiere fu affidato dal governo laico all'architetto senese Lorenzo Maitani si segnò favorevolmente il destino della cattedrale: gli anni trascorsi, infatti, erano stati significativi ai fini del cambiamento delle preferenze artistiche così egli ne modificò sostanzialmente il progetto architettonico, determinando la costruzione dei contrafforti e degli speroni esterni e, soprattutto, dedicandosi alla facciata principale, decorandone la porzione basale e progettandone la configurazione tricuspidale che tutto il mondo, oggi, ammira. Questa è l'origine della sua notevole diversità dagli altri prospetti esterni. Rimaneggiamenti?Naturalmente il tempo qualcosa ha cambiato del duomo! O meglio non tutto è stato realizzato in una manciata d'anni. Parlando della meravigliosa facciata, ad esempio, il rosone fu realizzato da Andrea di Cione detto l'Orcagna, che diresse i lavori fra il 1359 e il 1380; l'architetto senese Antonio Federighi, fra il 1451 e il 1456, realizzò le dodici edicole, disegnando sul "quadro" una pennellata d'arte rinascimentale. Solo nel '500 si pervenne al suo completamento, ma i mosaici che oggi la decorano non sono quelli originari: nel '700 furono sostituiti con copie. E io direi: ottime copie!